Ultimo aggiornamento 17 Gennaio 2013 Scritto da Fabio MTBexplorer
Non aveva mai provato ,così intensa come quel mattino, la sensazione di ebbrezza vitale che veniva dalla prateria, dal cielo azzurro e luminoso, dal sole splendente … si sentì attratto da quella terra, chi vi è nato, o ci ha vissuto a lungo, torna sempre laggiù a far riposare le sue ossa al termine dell’esistenza.
In questa parte della Terra del Fuoco finiscono le ultime propaggini della cordigliera occidentale e cominciano gli altopiani che scendono fino al bordo dell’Atlantico, formando piane, praterie e dune.
La topografia è alquanto singolare; alcuni laghi fra gli avvallamenti formati dalla cordigliera, specchi d’acqua in fondo a precipizi, canaloni, conche dalle pareti di roccia, le conferiscono un aspetto inquietante, come di una terra agli albori del mondo. Non si scorge un solo uccello in cielo, e i cavalli che vengono costretti ad attraversarla tengono le orecchie tese e un andatura nervosa.
… smarriti in un altopiano della Terra del Fuoco. I coloni che risiedono negli avamposti in genere si abituano alla solitudine; per non lasciarsi andare compiono una serie di gesti che in altri luoghi sembrerebbero molto strani: chiacchierano con i loro cani e cavalli e aprono la porta per far entrare il sole, il vento e il paesaggio a far loro compagnia.
… Il mare, travolgente e selvaggio, che là fuori, bagna le sue scogliere risplendenti … il progenitore che lenisce il parto dell’isola con bianche carezze di spuma incastonata sulle rocce. Regioni di un mondo lontano … Foche , cacciatori, isole estranee all’uomo. Terra di sorprese e sussulti, indimenticabile e amata; l’uomo che ha tremato davanti ai suoi misteri, resterà eternamente legato a quei ricordi. Lei e i suoi uomini sono come un iceberg. Quando la vita gli ha consumato la base azzurra e ghiacciata, si capovolge di colpo e riappare la mole dura e bianca, che continua a navigare tra le cose dimenticate dal mondo …
Dopo aver caricato sulla barca il nostro bagaglio, di sogni e delle migliori illusioni, ce ne restiamo storditi sulla spiaggia dell’inganno, guardandola partire, in lontananza, mentre ci porta via tutto lasciandoci una corda sfilacciata e inerte che ormai non serve a nulla … a quel punto, ogni forza viene a meno; ma gettiamo uno sguardo indietro e vediamo che ci sono sentieri per il ritorno, e allora ci riprendiamo, e per quanto il peso della nostra croce ci costringa a camminare curvi, prostrati nello spirito, prima o poi rialzeremo la schiena, getteremo la croce su qualche sponda polverosa, e torneremo a essere ciò che eravamo.
Ma quando non ci sono sentieri per il ritorno, l’anima resta in bilico su un filo, a oscillare sul bordo in costante caduta. Il filo può essere un raggio di luce accecante o l’orlo di un precipizio.
Francisco Coloane "Cabo de Hornos"